Linkiesta, 26 lug 2011
Una knowledge economy, oltre alla conoscenza, ha bisogno dell’economia. Le tecnologie semantiche… Queste tecnologie potrebbero avere un’immensa rilevanza economica. E in questo campo il Trentino parte avvantaggiato, perché «da anni si è fatta ricerca ai massimi livelli europei e mondiali – assicura Alberto Sangiovanni Vincentelli, professore a Berkeley nonché presidente del Cda del consorzio trentino Semantic Valley – Di conseguenza si è formata una “scuola” di semantica che ha prodotto studenti e ricercatori in numero tale da far massa critica e creare quindi nuove imprese.» Tra le imprese del settore c’è la Cogito, nata da una costola della modenese Expert System. «Cogito si è insediata a Rovereto non a caso, proprio per sfruttare il contesto molto prolifico del Trentino, dei suoi centri di ricerca, delle sue competenze specifiche nella gestione dei contenuti e delle tecnologie linguistiche» dice il direttore generale Filippo Nardelli, architetto trentino prestato all’informatica. Nardelli, come molti altri manager, imprenditori e ricercatori sentiti da Linkiesta, è abbastanza ottimista sulle possibilità del Trentino di trasformarsi in una knowledge economy.